“Una coperta di felicità. Con il loro entusiasmo, i ragazzi ci hanno dato tanta gioia e tutti siamo tornati un po’ bambini. Sono preparati al tempo che hanno davanti, io non so fare molte cose sul cellulare, ma loro in fretta mi hanno insegnato”, racconta Graziella, una delle anziane che ha partecipato al progetto Tecnologia e generazioni a confronto, che si è svolto il 12 febbraio 2025, nella Sala Cinema del VI Municipio di Roma.
L’iniziativa, promossa dal Corecom Lazio, dal VI Municipio e dall’Università di Roma Tor Vergata, ha coinvolto studenti dell’Istituto Comprensivo Francesca Morvillo e anziani del centro Ai Pini, in un dialogo aperto sui cambiamenti portati dalla tecnologia nella vita quotidiana.
Un ponte tra passato e futuro
Dopo i saluti istituzionali, la mattinata è proseguita con la proiezione dei filmati Scrolla meno, abbraccia di più e Connessioni senza tempo, che hanno offerto spunti di riflessione sul rapporto tra digitale e relazioni umane.
“Abbiamo scoperto nuove cose del passato, come internet. Immagino un mondo senza tecnologia più vivo. Ora siamo intrappolati nei telefoni”, ha detto Teresa, studentessa dell’Istituto Morvillo. Un pensiero contrastante con quello di Maria, che ha ammesso: “Immagino un mondo senza tecnologia, ma io non ci vivrei. Sono legata a essa”.
Gli anziani, invece, hanno raccontato la loro esperienza e l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo dai ragazzi. Carlo, inizialmente scettico nei confronti del progetto, ha ammesso di aver cambiato in parte il suo punto di vista, pur mantenendo alcune convinzioni:
“Sono arrivato qui con dei preconcetti. Per me televisione e tecnologia non educano, e quando ero giovane esistevano solo penne e libri. Ero anche preoccupato per come i giovani utilizzano il loro cervello nello studio. Noi eravamo abituati a scrivere, leggere e ripetere, oggi tutto è su uno schermo. Credevo che internet fosse solo una distrazione, poi i ragazzi mi hanno mostrato ChatGPT e come utilizzano il web per informarsi e imparare. Certo, la mia resistenza nei confronti della tecnologia rimane, ma ho capito che la realtà moderna ha i suoi vantaggi, se usata bene. Tuttavia, continuo a credere che per diventare rettore o prorettrice servano ancora penna e libri, perché il ragionamento e la conoscenza non possono dipendere solo dalla velocità di una ricerca su internet”.
Uno dei momenti più significativi nel progetto è stato lo scambio di oggetti tra giovani e anziani, un gesto simbolico che ha reso ancora più tangibile il dialogo tra generazioni. Gli studenti hanno mostrato joystick e dispositivi digitali, mentre gli anziani hanno portato macchine da scrivere e oggetti del passato, raccontando come si lavorava e comunicava prima dell’era digitale. Questo scambio ha fatto emergere una riflessione importante: il mondo dei giovani non è così distante da quello degli anziani, i valori rimangono gli stessi, anche se la quotidianità è profondamente cambiata.
Un modello di collaborazione da replicare
“Siamo contenti e onorati di questa collaborazione con il Municipio VI. Il dialogo tra generazioni è fondamentale per il recupero dei valori e la consapevolezza digitale. Ha dichiarato il rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron “Questo progetto è un esempio da esportare non solo a livello municipale. Come Università, abbiamo voluto mettere a disposizione le nostre competenze accademiche e di ricerca per supportare un’iniziativa che ha un impatto concreto sulla comunità. Abbiamo lavorato affinché il confronto non fosse solo un esercizio teorico, ma un’esperienza reale di apprendimento reciproco, in cui giovani e anziani potessero vedere la tecnologia come un ponte e non come un ostacolo”.
Anche la prorettrice alle politiche di innovazione sociale di Tor Vergata, Rosaria Alvaro, ha ribadito il valore dell’iniziativa: “Questo evento è la dimostrazione di quanto sia importante il lavoro di squadra. Abbiamo creato un’opportunità di crescita per tutti, favorendo un confronto autentico e costruttivo. L’Università di Roma Tor Vergata ha contribuito con il proprio know-how scientifico e pedagogico e psicologico, offrendo strumenti per una riflessione approfondita sui rischi e le opportunità del digitale. Il nostro obiettivo è stato quello di rendere la tecnologia uno strumento di inclusione e non di divisione, dando valore all’incontro tra generazioni come un modello educativo e sociale da valorizzare”.
Il presidente del Municipio VI, Nicola Franco, ha evidenziato l’importanza del progetto per la comunità: “Siamo alla prima edizione, e già pensiamo a come farla crescere. La collaborazione con Roma Tor Vergata è proficua, e questo è tra i progetti più belli perché unisce nuove e vecchie generazioni, abbattendo muri. Porteremo il filmato in Regione e alla Camera dei deputati per dare rilevanza a questa iniziativa”.
Il consigliere uscente di Corecom Lazio, Roberto F. Giuliano, ha posto l’accento sulla necessità di promuovere un uso consapevole della tecnologia: “La digitalizzazione offre straordinarie opportunità, ma è fondamentale accompagnare le nuove generazioni a un uso responsabile degli strumenti digitali. Il confronto con chi ha vissuto un’epoca senza tecnologia permette di riflettere non solo su ciò che abbiamo guadagnato, ma anche su ciò che rischiamo di perdere. È importante, però, che tutto questo sia regolamentato. La tecnologia evolve velocemente, e senza una normativa adeguata rischiamo di perdere il controllo sulla sua influenza nella nostra vita”.
L’evento ha dimostrato che il digitale può essere non solo uno strumento di apprendimento, ma anche un’occasione per riscoprire il valore del dialogo tra generazioni. Per molti anziani, questa esperienza ha rappresentato qualcosa di ancora più profondo: un antidoto alla solitudine.
“Oggi si vive più isolati e la solitudine è il male più grande di questo periodo. Ma grazie a questo progetto, ci siamo ritrovati, abbiamo parlato, riso e imparato insieme”, ha raccontato una delle partecipanti.
“Il confronto con i ragazzi ha acceso nuove curiosità e rafforzato legami, dimostrando che il vero valore della tecnologia non è solo nel progresso, ma nella capacità di connettere le persone, anche quelle che, troppo spesso, si sentono escluse da questo mondo in continua evoluzione” ha dichiarato la responsabile scientifica dell’iniziativa Maura Ianni.
a cura dell’Ufficio Stampa di Ateneo


